Un documento comune per prendere le difese “soprattutto quei malati Covid 19 che, non essendo candidati alle cure intensive perché non appropriate clinicamente e/o sproporzionate o perché il livello di gravità non è tale da renderle comunque necessarie, rischiano concretamente di sperimentare una intollerabile intensificazione dei predetti sintomi”. Lo hanno stilato le Società italiana cure palliative (Sicp), la Federazione cure palliative (Fcp), di cui fanno parte anche gli infermieri e della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti).
Le Società, a dieci anni dalla Legge 38/2010 (quella sulle cure palliative e contro il dolore) e in piena emergenza sanitaria, hanno realizzato il documento intersocietario in cui si chiede alle istituzioni di prevedere urgentemente per i pazienti gli specifici protocolli di cure palliative e di inserire la figura del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali.
“Un atto doveroso verso i pazienti, già costretti a vivere e affrontare da soli questa sfida al virus, che troppo spesso ormai ha esiti negativi, ai quali però sarebbe giusto almeno non aggiungere anche il dolore e la sofferenza: i percorsi di dignità e diritti dei pazienti in questo momento non possono passare in secondo piano” afferma la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli.
“Come sostengono le tre Società, la legge sulla terapia del dolore non può, proprio in questo caso, rimanere una ‘grande incompiuta’. Non nel momento in cui c’è bisogno della sua attuazione per non lasciare soli i pazienti nella sofferenza”.
Ecco l’appello delle Società italiana cure palliative (Sicp), della Federazione cure palliative (Fcp), di cui fanno parte anche gli infermieri e della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti).
Per approfondimenti:
https://www.fnopi.it/2020/04/04/cure-palliative-position-societa-covid19/