“Ogni scuola italiana dovrebbe avere un infermiere per la gestione degli studenti ed una infermeria o almeno una area dove poter temporaneamente isolare e curare fino al successivo arrivo dei genitori o prima dell’invio in strutture sanitarie. La pratica infermieristica in ambito scolastico ha infatti lo scopo di proteggere e promuovere la salute degli studenti, per facilitarne lo sviluppo ottimale e contribuire al successo accademico”.
Ad avanzare la proposta è il presidente del Cnai (Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermere/i) Walter De Caro che, in una lettera a Quotidiano Sanità, ricorda di avere “sempre sostenuto la necessità della presenza dell’infermiere scolastico tanto da aver consentito l’attivazione dell’infermiere scolastico, con un progetto di grande successo del Nucleo Cnai Ravenna, finanziato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna realizzato in collaborazione con altri soggetti, come l’Ausl e il Lions Club Dante Alighieri) a partire dal 2015”.
“Sarebbe opportuno educare alla salute come elemento cardine, ed in questo periodo Covid-19 ad esempio insegnare ai bambini a lavarsi le mani, indossare mascherine, guanti; monitorare e gestire le sintomatologie febbrili e da raffreddamento, gestire le vaccinazioni, gestire eventuali ulteriori patologie o effettuare il primo soccorso a livello scolastico è ora più critico che mai”.
Per De Caro “il successo di questa iniziativa in Italia è tra le buone pratiche da seguire e da riverberare in tutte le regioni. Avere infermieri scolastici sarebbe un investimento valido non solo per il Covid-19 ma per il futuro, al pari dell’investimento che si sta attuando nell’infermieristica di famiglia”.
Per approfondimenti: http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=86972