“L’infermiere è consapevole del proprio ruolo, e la tutela dell’assistito da assicurare con professionalità e una formazione adeguata è un’attività imprescindibile, parte integrante e fondamentale per l’erogazione in sicurezza delle cure e dell’assistenza alla persona”. Lo ha affermato la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli in occasione della seconda Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita.
La sicurezza delle cure per l’infermiere ha punti di riferimento precisi. Il primo è il Codice deontologico della professione infermieristica che si basa anche sulla sicurezza nelle cure per la quale propone due strumenti per il corretto esercizio: il pensiero critico e la riflessione fondata sull’esperienza.
Una sicurezza delle cure e una tutela del paziente che gli infermieri garantiscono a tutti i livelli di assistenza. E alla quale deve corrispondere naturalmente la sicurezza di chi assistenza e cure le eroga: sicurezza sul lavoro (con Covid sono deceduti 41 infermieri e oltre 15mila sono quelli infetti per ora), ma anche rispetto alle aggressioni e alla protezione da tutti gli agenti infettante dai materiali ad alto rischio (aghi, taglienti ecc.).
“In questo senso – aggiunge Mangiacavalli – è determinate è il ruolo dell’infermiere di famiglia/comunità anche nella scuola, soprattutto per la sua riapertura così come anche indicato dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che prevede nello staff degli istituti scolastici l’infermiere non solo per la prevenzione di Covid-19, ma anche per il controllo dei bambini con problemi di cronicità, e per il raccordo tra scuola, famiglia e medico curante, per garantire che la salute abbia una vera e piena tutela e garantire davvero la sicurezza di assistenza e cure”.
“Gli infermieri ci sono e tutelano i loro assistiti” conclude Mangiacavalli, “lo sanno i pazienti che li riconoscono in questo periodo come importanti compagni di viaggio, lo sanno le istituzioni che ne chiedono l’intervento nelle situazioni più gravi, rendendosi finalmente conto della carenza che la Fnopi ormai denuncia da anni e che l’Oms a livello mondiale ancora quantifica in almeno sei milioni di unità, mentre da noi, in Italia, è di circa 53mila unità, gran parte sul territorio come infermieri di famiglia/comunità di cui i primi 9600 sono arrivati con il decreto Rilancio grazie alla sensibilità del ministro per la Salute e delle Regioni, per una vera assistenza a misura di cittadino”.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/09/17/sicurezza-cure-infermieri-giornata-nazionale/