
L’infermiere di famiglia e di comunità sarà la figura centrale per garantire l’assistenza, la coesione sociale e il contrasto alle disuguaglianze di salute nelle zone montane e le isole minori, le cosiddette “aree interne”. È quanto è emerso nel corso di un incontro avvenuto lo scorso 6 novembre a Roma tra la Fnopi (rappresentata dalla vicepresidente Ausilia Pulimeno e dal portavoce Tonino Aceti e dal capo gabinetto del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Rana.
Il rappresentante del ministro ha inoltre chiesto alla Federazione di lavorare assieme per definire la legge quadro sull’autonomia differenziata. Rana ha esplicitamente chiesto alla Fnopi di dare un supporto attivo al ministero nella predisposizione della legge quadro, proposta condivisa dalla Fnopi che ha sottolineato l’importanza di garantire universalità, solidarietà ed equità nell’assistenza.
Per quanto riguarda le “aree interne”, si tratta della cura di oltre un terzo del territorio italiano (le zone montane coprono il 35,2 per cento e le isole minori l’uno per cento del territorio nazionale), per le qualiil disegno di legge di bilancio 2020 ha previsto un finanziamento extra di 60 milioni per il 2020 e di 70 milioni per ciascuno degli anni successivi che si aggiungono al Fondo attuale. Per consentirlo, è necessario che la presenza di questo nuovo modello di assistenza sia introdotto in modo omogeneo nel Patto per la salute che le Regioni stanno disegnando con il ministero della Salute.
È dunque importante che nel Patto per la salute sia presente la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, così come già lo è in molte Regioni italiane e come è stato disegnato a livello internazionale, Oms in testa. Argomento che il Capo Gabinetto degli Affari regionali ha giudicato rilevante, offrendo disponibilità ad un percorso di collaborazione.
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Gli infermieri possono avere un ruolo rilevante nella prevenzione dei suicidi perché, collaborando in equipe con medici e psicologi, possono rilevare il disagio latente o potenziale. È quanto è emerso nel corso di un seminario organizzato lo scorso 20 ottobre dall’Opi di Bologna e che ha visto come tema centrale quello della prevenzione dei suicidi tra le forze dell’ordine.
Nel periodo 2010-2018 si sono, purtroppo, registrati molti casi di suicidio nelle forze armate e di polizia: complessivamente ben 253. Il seminario ha voluto sottolineare l’importanza della prevenzione, anche grazie al supporto della professionalità degli infermieri.
“Il tema non riguarda ovviamente solo i militari ma è trasversale nella società civile. Per questo si pensa già – ha dichiarato il presidente Opi Bologna Pietro Giurdanella – ad una seconda edizione per un confronto anche con gli infermieri ospedalieri e del territorio”.
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Centosettantanove posti da infermiere e otto da infermiere pediatrico. Li mette a concorso l’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari che lo scorso 29 ottobre ha pubblicato sul suo sito il relativo bando.
I requisiti di ammissione sono, tra gli altri, la laurea di primo livello in infermieristica ovvero diploma universitario di infermiere conseguito con il precedente ordinamento, ovvero titoli equipollenti, e l’iscrizione all’albo professionale.
Il numero di posti messi a concorso potrà essere ridotto a seguito dell’esito di procedure di mobilità da amministrazioni diverse dalle Aziende del Servizio Sanitario Regionale della Regione Sardegna.
Allo stesso modo, in caso di ricezione di un elevato numero di domande l’Azienda si riserva di effettuare un test di preselezione basato su una serie di domande a risposta multipla, sulle materie delle prove concorsuali e/o elementi di cultura generale.
Per partecipare alla procedura di selezione è necessario effettuare obbligatoriamente l’iscrizione on fine sul sito https://aobrotzu.iscrizioneconcorsi .it/
“Si tratta di un’ottima notizia” commenta il presidente dell’Ordine provinciale delle Professioni Infermieristiche di Cagliari Pierpaolo Pateri, secondo cui “in questo modo si dà una risposta concreta sia ai bisogni di salute dei cittadini che a quelli occupazionali di tanti giovani che hanno intrapreso una carriera impegnativa e che ora potranno vedere coronato il loro percorso di studi”.
“Si tratta di un buon inizio anche perché quella del concorso al Brotzu in modalità unificata per le aziende ed enti del Servizio Sanitario della Regione Sardegna non è l’unica buona notizia, in quanto l’azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari ha bandito un suo concorso per infermieri e l’Ats ha recentemente pubblicato una selezione per l’assunzione di infermieri a tempo determinato e attivato le procedure per l’ampliamento dei posti in organico della figura di Oss (operatori socio sanitari), preziosissimi nell’equipe assistenziale a supporto delle attività infermieristiche”, continua Pateri. “In questo modo, gli infermieri potranno svolgere meglio le loro funzioni che oggi sono sempre più articolate”.
Le nuove assunzioni al Brotzu, all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari e all’Ats affrontano concretamente il problema della cronica carenza di infermieri. In Sardegna resta critica: secondo un recentissimo studio della Fnopi, alla consolidata necessità di 4540 infermieri si aggiungeranno presto i 1382 che lasceranno il lavoro per effetto di Quota 100. In tutto, nell’isola mancheranno presto ben 5922 infermieri.
“La strada intrapresa dal Brotzu va dunque nella giusta direzione” conclude Pateri, “che gli infermieri sono pronti a percorrere, accettando la sfida della professionalità, della deontologia e della formazione continua”.