
Ventitré infermieri sono stati sospesi perché non iscritti all’Ordine e ora rischiano il licenziamento e la denuncia per abuso di professione. È accaduto al Policlinico “Umberto I” di Roma. Tutto è nato da una indagine interna all’azienda sanitaria e alla collaborazione dell’Opi di Roma e di altri Opi italiani.
Il fatto è grave perché costituisce un precedente per i tanti che non si sono mai messi in regola e che ora rischiano pesantemente.
Con questo non significa che i “colleghi” interessati non abbiamo conseguito i titoli di studio richiesti per fare gli infermieri (vecchio diploma e relativa equipollenza o laurea triennale oppure diploma estero riconosciuto in Italia) ma è chiaro che non essendo legalmente riconosciuti dallo Stato non possono operare all’interno delle strutture sanitarie.
L’obbligo di adesione all’Ordine è infatti sancito anche dalla legge 3/2018, che ha istituito Fnopi, Opi e gli altri enti ordinistici delle professioni sanitarie.
Per approfondimenti: https://www.assocarenews.it/infermieri/infermieri-sospesi-perche-non-iscritti-allordine-ora-rischiano-licenziamento

Da sempre una delle maggiori criticità del nostro Sistema sanitario è data dalle code ai Pronto Soccorso. Una emergenza che alla Asl di Biella è stata affrontata potenziando la presenza infermieristica al triage nelle ore diurne, e questo ha permesso di strutturare una strategia organizzativa innovativa dal punto di vista professionale che ha soddisfatto gli infermieri.
La vicenda è raccontata in un articolo pubblicato nell’ultimo numero della rivista “L’Infermiere”. La “pregestione infermieristica, oltre che ad agire in misura positiva proprio su questi esiti di risultato, sembrerebbe rappresentare la leva motivazionale che influisce in misura favorevole sulla soddisfazione degli operatori dello stesso Pronto Soccorso.
Una curiosità: per esprimere la loro valutazione al servizio, agli infermieri è stato chiesto di scattare una fotografia che simboleggiasse il loro grado di soddisfazione. E i risultati sono stati sorprendenti.
Per leggere l’articolo:

Primi passi per l’infermiere di famiglia, istituito dal Patto per la Salute e arrivato finalmente ad integrare il servizio di cure primarie. Tra le prime realtà ad introdurre questo nuovo modello di assistenza è l’Asl Roma 4, che a Civitavecchia e Ladispoli ha prima formato e poi inserito l’infermiere di famiglia nel percorso assistenziale.
Ecco il video he racconta questa esperienza.
Al momento gli ambiti di intervento dell’infermiere di famiglia sono diabete, ipertensione, scompenso cardiaco e BPCO.
Solitamente i pazienti trattati sono poco complicati, scarsamente attenti al proprio stato di salute o pazienti appena diagnosticati che hanno bisogno di implementare le conoscenze e le competenze specifiche per gestire la propria patologia.

La Fnopi ha reso disponibile dallo scorso mese di gennaio, per tutti gli iscritti e senza alcun obbligo di adesione, una polizza per la responsabilità professionale. Si tratta di un’unica soluzione assicurativa, accessibile da parte di tutti gli iscritti all’Albo degli infermieri o infermieri pediatrici tramite l’apposita area dedicata del sito Fnopi. La polizza tutela l’attività svolta in regime di dipendenza per conto del Servizio sanitario nazionale, quella svolta presso le strutture sanitarie o sociosanitarie private, l’attività svolta in regime di libera professione e quella per il tramite di cooperative.
Per conoscere i unti forti della proposta è anche a disposizione il Nurse Help Desk al numero 800.433.980(da telefono cellulare 0341-287278), aattivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.
Per ottenere un preventivo e la relativa attivazione della polizza si potrà accedere tramite l’apposita piattaforma informatica dal portale, attraverso un’apposita area dedicata sia alla Rc Professionaleche alla Tutela legale.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/responsabilita-sanitaria/?fbclid=IwAR3nUNuvWYcT5pXgqfum2EdpHWkxcCm5kQyHH8A6R4t0Q-_zeO2oaMHUMqc