
Un documento comune per prendere le difese “soprattutto quei malati Covid 19 che, non essendo candidati alle cure intensive perché non appropriate clinicamente e/o sproporzionate o perché il livello di gravità non è tale da renderle comunque necessarie, rischiano concretamente di sperimentare una intollerabile intensificazione dei predetti sintomi”. Lo hanno stilato le Società italiana cure palliative (Sicp), la Federazione cure palliative (Fcp), di cui fanno parte anche gli infermieri e della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti).
Le Società, a dieci anni dalla Legge 38/2010 (quella sulle cure palliative e contro il dolore) e in piena emergenza sanitaria, hanno realizzato il documento intersocietario in cui si chiede alle istituzioni di prevedere urgentemente per i pazienti gli specifici protocolli di cure palliative e di inserire la figura del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali.
“Un atto doveroso verso i pazienti, già costretti a vivere e affrontare da soli questa sfida al virus, che troppo spesso ormai ha esiti negativi, ai quali però sarebbe giusto almeno non aggiungere anche il dolore e la sofferenza: i percorsi di dignità e diritti dei pazienti in questo momento non possono passare in secondo piano” afferma la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli.
“Come sostengono le tre Società, la legge sulla terapia del dolore non può, proprio in questo caso, rimanere una ‘grande incompiuta’. Non nel momento in cui c’è bisogno della sua attuazione per non lasciare soli i pazienti nella sofferenza”.
Per approfondimenti:
https://www.fnopi.it/2020/04/04/cure-palliative-position-societa-covid19/

È stato rimandato ad ottobre il convegno che si sarebbe dovuto svolgere il prossimo 12 maggio a Firenze in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale. Lo ha annunciato la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli, che ha inviato una lettera a tutti gli infermieri iscritti al convegno, nonché una circolare a tutti gli Ordini provinciali. Ecco il testo completo.
“Cari colleghi,
innanzitutto spero che ciascuno di voi e dei vostri cari stia bene. In questo periodo così difficile per tutti, ognuno sta giocando un ruolo fondamentale nell’emergenza Covid-19.
Proprio per questo, abbiamo pensato che fosse giusto dare un segnale di responsabilità in occasione delle celebrazioni previste a Firenze il prossimo 12 maggio.
A prescindere dal contenuto dei prossimi decreti, abbiamo ritenuto opportuno non creare, con il nostro convegno “Florence Nightingale e l’Italia” presso il teatro della Pergola, una occasione di grande assembramento pubblico in un luogo chiuso, né tantomeno privare centinaia di strutture di professionisti sanitari in un martedì lavorativo di maggio, con l’emergenza sicuramente ancora in corso.
Spero quindi che comprenderete i motivi che ci spingono a rimandare – presumibilmente nella prima decade di ottobre salvo nuove limitazioni – il nostro evento celebrativo. Sarà nostra cura fornirvi informazioni dettagliate a riguardo non appena avremo la sicurezza di una nuova data.
La vostra iscrizione all’evento si intenderà confermata, salvo diverse indicazioni e/o rinunce da parte vostra.
La Federazione sta in ogni caso programmando delle iniziative on line e sui nostri canali social per rendere “speciale” la ricorrenza del 12 maggio, anche se a distanza, e nelle prossime settimane annunceremo questa nuova modalità di celebrazioni a tutta la comunità infermieristica.
Tuttavia, ho ritenuto giusto anticipare a voi che per primi vi eravate iscritti al convegno con tanta convinzione ed entusiasmo, questa dolorosa ma necessaria risoluzione che abbiamo assunto, come Federazione, rispetto all’evento di Firenze, interpretando anche le legittime preoccupazioni del Comune e di tutti gli altri partner istituzionali coinvolti”.

Sette proposte, inviate dalla Presidente della Fnopi Mangiacavalli al premier Conte, al Ministro Speranza e al Presidente delle Regioni Bonaccini, tra cui un piano di assunzioni, l’accesso alle direzioni delle aziende di servizi alle persone, il riconoscimento della malattia professionale in caso di infezione