
Non servono nuove leggi e nuove programmazioni: tutte le soluzioni per la Fase 2 di Covid-19 sono nel Patto per la Salute 2019-2021, approvato in Stato-Regioni a fine 2019 e che per la pandemia non ha fatto ancora in tempo a essere del tutto applicato. Nel Patto c’è l’infermiere di famiglia/comunità (IFeC), una figura che l’Oms ha già descritto e introdotto fin dal 2000, ma che nel nostro Paese per ora è solo ufficiale sulla carta e non attuata ovunque. In Italia, secondo le stime della Fnopi, servono circa ventimila infermieri di famiglia, di cui 595 in Sardegna (e 298 immediatamente per questa Fase 2).
Nelle regioni dove tale ruolo è a pieno regime (poche per il momento e in molte ancora in fase di sperimentazione) l’infermiere di famiglia/comunità è rilevante a partire da una risposta immediata e tempestiva alle esigenze della popolazione, che per questo si rivolge al servizio di Pronto Soccorso in modo più appropriato (in un triennio il Friuli Venezia Giulia ha ridotto i codici bianchi di circa il 20 per cento).
L’infermiere di famiglia/comunità è garanzia anche della continuità assistenziale. Se tale figura fosse già stata istituita avremmo avuto una rete adeguata per gran parte delle funzioni assegnate alle Usca per Covid 19 che, ad ogni buon conto, dovrebbero essere formalizzate – come già accade in alcune Regioni come la Toscana – già come micro-équipe medico infermieristiche.
“Ci rendiamo conto che ventimila nuovi infermieri introdotti nel sistema da subito non sono pochi – commenta la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli – ma utilizzando ad esempio anche i liberi professionisti e comunque forme di partecipazione che decideranno Governo e Regioni, l’istituzione di questa nuova figura in modo omogeneo ovunque, almeno per la metà degli organici necessari, rappresenta una vera e propria arma in più per fare fronte nella Fase 2 all’emergenza Covid-19”.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/27/covid19-assistenza-territorio-infermiere-famiglia-e-comunita/

“La terapia per rilanciare i servizi sanitari territoriali, per farli diventare davvero il secondo pilastro del Servizio sanitario nazionale, è stata approvata da Governo e Regioni appena quattro mesi fa e si chiamaPatto per la Salute 2019-2021.Così il Ssn ha introdotto su tutto il territorio l’infermiere di famiglia e di comunità”. Lo afferma il portavoce della Fnopi Tonino Aceti, secondo cui “i patti si rispettano”.
“All’emergenza per i pazienti Covid, oggi si aggiunge anche quella dei pazienti non-Covid con fragilità (cronici, non autosufficienti), i quali per circa due mesi hanno fatto i conti con un vero e proprio congelamento dei servizi socio-sanitari territoriali, già carenti, a partire da quelli domiciliari, che sono fondamentali per la prevenzione e gestione delle complicanze. E la prospettiva, in assenza di interventi immediati e massici, rischia decisamente di non essere all’altezza dei bisogni reali dei pazienti”.
“Nel cosiddetto Decreto Aprile gli infermieri si aspettano un potenziamento del territorio che punti sulla loro professione, attraverso l’attuazione delle misure contenute nel Patto per la Salute e la messa a terra su tutto il territorio nazionale dell’infermiere di famiglia e di comunità. Tutto questo è possibile mettendo sul piatto risorse concrete in grado di superare l’attuale carenza di infermieri sul territorio, pari a 30mila unità. No alle nozze con i fichi secchi” conclude Aceti.
Per approfondimenti:
https://www.fnopi.it/2020/04/26/fase2-infermiere-di-famiglia-territorio/

La Fnopi ha lanciato e finanziato una raccolta fondi dedicata agli iscritti all’Albo colpiti nella lotta al Covid-19: tra questi gli infermieri guariti da riabilitare; in quarantena lontani da casa; deceduti a causa del virus. Per loro e per le loro famiglie è nato un fondo di solidarietà, da integrare e far durare nel tempo tramite donazioni.
Si tratta di un fondo “a sportello”, in cui alla classica attività di raccolta delledonazioni si affianca la immediata erogazione di contributi agli infermieri in possesso dei requisiti individuati dalregolamentoapprovato dal Comitato centrale Fnopi.
È già possibile presentare domanda di contributo, utilizzando i modelli presenti nella sezione download della piattaforma di raccolta fondi, già organizzati per ciascuna area di intervento, e inviando tutta la documentazione necessaria alla Federazione, tramite Pec (federazione@cert.fnopi.it) o raccomandata con ricevuta di ritorno a: Federazione Nazionale ordini Profesisoni Infermieristiche – Via Agostino Depretis 70, 00184, Roma.
Consulta le tipologie di beneficiari previste (prima di inoltrare domanda si consiglia fortemente di leggere il regolamento):
Domanda Infermiere in Quarantena lontano da casa
Domanda Riabilitazione post Covid19
Domanda Supporto Psicologico
Domanda Liberi Professionisti
Domanda Figli Infermieri Deceduti
Domanda Genitori Infermieri Deceduti
Domanda Coniuge Infermieri Deceduti
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/28/domande-fondo-infermieri/

Si intitola “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria Covid-19” ed è il rapporto pubblicato dall’Istituto superiore di sanità dedicato all’emergenza Covid-19. Il rapporto individua problematiche operative e propone soluzioni utili sostenute dalle evidenze scientifiche, ma anche impiegabili in modo semplice nella pratica.
Per ottimizzare le risorse, il rapporto individua uno schema con tre situazioni tipo di persone che possono necessitare di controlli sanitari a domicilio:
– persone non affette da patologie precedenti al momento in cui è stata necessaria la quarantena o l’isolamento, asintomatiche e che rientrino nella definizione di contatto stretto o di caso confermato;
– persone non affette da patologie precedenti al momento in cui è stato necessario l’isolamento, che presentino sintomi da lievi a moderati compatibili con infezione Covid-19 e che rientrino in una delle definizioni di caso sospetto, probabile o confermato;
– persone affette da patologie croniche, malattie rare e persone in condizioni di fragilità, oppure che richiedono trattamenti di lungo periodo o di particolare assistenza e/o supporto non ospedalieri, e che necessitano di mantenere la continuità dei servizi durante la quarantena, l’isolamento o nel periodo di applicazione delle norme di distanziamento sociale.
Il rapporto offre anche tabelle e schemi sui servizi di telemedicina da offrire, sul monitoraggio dei pazienti e uno schema generale di organizzazione del servizio.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/20/covid-telemedicina-rapporto-iss/