
Durante Covid-19 burnout e stress psico-fisico stanno colpendo tra il 30 e il 50 per cento degli operatori sanitari e a fine pandemia questi fenomeni rischiano di lasciare tracce indelebili. Per prevenirli lo psichiatra Massimo Picozzi propone on line e gratuitamente a medici e infermieri il nuovo progetto A.B.C.D.E. (Attenzione, Burnout, Compassion fatigue, Disturbo post traumatico da stress… E oltre). Il corso dà diritto a 10 crediti Ecm.
Vista l’importanza degli argomenti trattati e l’apprezzato il valore dei contenuti, anche la Fnopi (unitamente ad altre federazioni e società) ha dato il suo patrocinio all’iniziativa.
Il corso – che ha come provider e segreteria organizzativa Format (info@formatsas.com – www.formatsas.com) – è accessibile dal sito istituzionale Fnopi per gli operatori iscritti, perché questi possano evitare danni successivi a se stessi e ai pazienti e rappresenta, come lo ha definito il suo ideatore, un vero e proprio “Dpi psicologico” per qualunque sanitario lavori in area critica.
Gli obiettivi del corso, articolato su cinque lezioni, sono quelli di individuare strategie finalizzate a prevenire, riconoscere e gestire le varie forme di disagio psicologico che possono manifestarsi nei contesti sanitari e sociosanitari che si trovano a gestire l’emergenza Covid-19. Ma anche definire il burnout, riconoscendone i sintomi, acquisire conoscenze rispetto alla sindrome Compassion Fatigue e i sintomi attraverso i quali si manifesta e individuare i fattori che concorrono allo sviluppo del disturbo post traumatico da stress (Ptds) ed i relativi sintomi.
Secondo il Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha da poco condotto uno studio sul fenomeno, il 45 per cento del campione studiato ha avvertito frequentemente nell’ultimo mese almeno un sintomo di stress psico-fisico.
La presentazione del corso è visibile a questo link
Il corso è accessibile a questo link: https://bit.ly/2WqiPRr
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/13/corso-antistress-fad/

I pilastri di una comunicazione efficace sono la veridicità, la coerenza e la gradualità. Anche quando si deve comunicare con i familiari di pazienti in completo isolamento a causa del Covid-19. Le società Aniarti, Siaarti, Sicp e Simeu hanno realizzato un documento destinato a tutte le istituzioni sanitarie che gestiscono le persone che hanno contratto il virus (in particolare quelli in una condizione clinica instabile) e ha lo scopo di aiutare il team di assistenza a comunicare con le famiglie che vivono in completo isolamento dal paziente.
Il documento invita gli operatori sanitari a fornire informazioni comprensibili sulla malattia e le opzioni terapeutiche; a ottenere informazioni sulle aspettative dei parenti riguardo alla malattia e sui valori del paziente e scelte; a mostrare empatia e partecipazione (attraverso un linguaggio non tecnico e con un atteggiamento che è né troppo distaccato né eccessivamente emotivo); a consentire ai parenti di esprimere le proprie emozioni; a prevenire equivoci e conflitti con il team di assistenza.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/19/aniarti-siaarti-sicp-simeu-documento-congiunto-covid/

L’80,4 per cento dei giovani che si laurea in professioni sanitarie infermieristiche trova lavoro dopo appena un anno dal conseguimento del titolo di studio. Lo afferma una ricerca portata avanti da AlmaLaurea che ha analizzato i dati dei laureati di I livello: 10.760 del 2018 e 7466 del 2017, intervistati a un anno dal titolo.
La maggior parte di loro sono donne (73,2 per cento, a fronte del 26,8 di uomini). Il 4,4 per cento sono cittadini stranieri. Il 15,9 degli studenti proviene da famiglie in cui almeno un genitore è laureato, mentre per l’82,7 per cento nessuno dei due genitori ha un titolo di laurea.
Coloro che hanno iniziato a lavorare dopo la laurea sono l’81 per cento. Il 18,3 degli occupati ha intrapreso il lavoro autonomo, il 20,5 è stato assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato; predominante, 55,5, il lavoro non standard (prevalentemente contratti alle dipendenze a tempo determinato).
La retribuzione mensile netta è di 1.356 euro. Il 21,3 per cento lavora nel settore pubblico e il 68,9 in quello privato. L’utilizzo delle competenze acquisite all’università è elevato nel 79,6 per cento dei casi, mentre la formazione professionale acquisita all’università è ritenuta molto adeguata nell’85,5 per cento dei casi. Per il 92,9 la laurea è richiesta dalla legge per lo svolgimento dell’attività lavorativa, rivelandosi, quindi, molto efficace o efficace nel lavoro svolto per il 94,7 per cento degli occupati.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/07/almalaurea-infermieri-covid-chi-e/

Anno mondiale dell’Infermiere, Giornata internazionale dell’infermiere, bicentenario della nascita di Florence Nightingale. La pandemia ha fermato le presenze fisiche a questa tripla celebrazione – che sarà comunque recuperata appena la situazione lo consentirà – ma non la Fnopi che ha onorato on line la ricorrenza del 12 maggio, contando sul web e sui social, per diffondere, nel corso della giornata, numerosi contenuti inediti dedicati alla professione.
Tanti i contributi: da un inedito video animato sul rapporto che lega Florence all’Italia, all’interpretazione dei suoi più celebri aforismi; dalle testimonianze degli infermieri in prima linea nella lotta a Covid-19, agli interventi istituzionali delle autorità coinvolte dalla Federazione nelle celebrazioni che avrebbero dovuto tenersi nel capoluogo toscano, città natale di Florence, da cui ha tratto il nome.
“Mai come in questo periodo è necessario guardare al passato per farne tesoro e costruire un futuro migliore – spiega la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli -. La pandemia ci ha insegnato che occorre studiare dati, lavorare su evidenze scientifiche, agire di comune accordo con metodo e professionalità. Sono tutte intuizioni già presenti nel pensiero e nelle opere di Florence che, oltre ad essere la madre di tutti noi infermieri, è stata una fine statistica, tanto che all’estero la ricordano come colei che ha ridotto la mortalità per malattie dei soldati nella guerra di Crimea dal 47 al 2 per cento. Quello che, per analogia, ci auguriamo possa accadere nell’emergenza Covid-19”.
Il musicista sardo Paolo Fresu ha regalato agli infermieri un brano inedito, intitolato “Perfetta”, proprio in onore di Florence, che ha chiuso idealmente la trasmissione.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/10/giornata-dellinfermiere-florence-nightingale-web/