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In vista della riapertura delle scuole, Oms e Unicef hanno messo a punto una serie di domande e risposte per l’utilizzo da parte dei bambini di maschere per contrastare il Covid 19.

 

Secondo l’Oms ai bambini di età pari o inferiore a 5 anni non dovrebbe essere richiesto di indossare maschere. Ciò si basa sulla sicurezza e sull’interesse generale del bambino e sulla capacità di utilizzare in modo appropriato una maschera con l’assistenza minima.

 

L’Oms e l’Unicef consigliano che la decisione di utilizzare maschere per bambini di età compresa tra 6 e 11 anni dovrebbe essere basata sui seguenti fattori.

 

– Se c’è una trasmissione diffusa nell’area in cui risiede il bambino.

 

– La capacità del bambino di utilizzare in modo sicuro e appropriato una maschera.

 

– Accesso alle maschere, nonché riciclaggio e sostituzione di maschere in determinati contesti (come scuole e servizi di assistenza all’infanzia).

 

– Adeguata supervisione di un adulto e istruzioni al bambino su come indossare, togliere e indossare in sicurezza le maschere.

 

– Potenziale impatto dell’uso di una maschera sull’apprendimento e sullo sviluppo psicosociale, in consultazione con insegnanti, genitori, tutori e/o operatori sanitari.

 

– Impostazioni e interazioni specifiche che il bambino ha con altre persone ad alto rischio di sviluppare malattie gravi, come gli anziani e quelli con altre condizioni di salute sottostanti.

 

L’Oms e l’Unicef consigliano ai bambini di età pari o superiore a dodici anni di indossare una maschera nelle stesse condizioni degli adulti, in particolare quando non possono garantire una distanza di almeno un metro dagli altri e vi è una trasmissione diffusa nella zona.

 

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/08/23/bambini-mascherine-oms-unicef/

 

“Il via libera definitivo del Parlamento alla legge contro laviolenza sugli operatori sanitarirappresenta un doppio segnale di civiltà: il primo verso i cittadini, il secondo verso gli operatori che ora hanno una forma di tutela in più per un lavoro che fino a ieri nella pandemia li ha fatti definire ‘eroi’, ma che già oggi comincia a essere al centro di nuove violenze”. È questo il commento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, al via libera al Senato nel testo già approvato dalla Camera alla legge sulla sicurezza degli operatori sanitari.

 

Ogni anno circa cinquemila infermieri subiscono violenze fisiche o verbali: 13-14 al giorno. Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata di Roma, l’89,6 per cento degli infermieri è stato vittima di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali dagli utenti sui luoghi di lavoro. In base ai dati si può dire che circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa abbiano subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale. Di tutte le aggressioni (secondo l’Inail) il 46 per cento sono a infermieri e il 6 a medici (gli infermieri sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio, e quindi quelli più soggetti).

 

“Per la nostra Federazione è estremamente positivo ad esempio che si sia voluto mettere ancora di più in rilievo il ruolo dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Un aspetto per noi importante è anche l’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari,che ha lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza a una cultura che condanni ogni forma di violenza” conclude Mangiacavalli.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/08/05/legge-antiviolenza-approvazione-finale/

 

È on line il corso Fad di primo livello “La simulazione in infermieristica: introduzione ed elementi generali”. Realizzato dalla Fnopi in collaborazione con la Simmed (Società Italiana di Simulazione in Medicina), il corso ha la durata di sette ore e dà sette crediti formativi. Destinatari sono gli infermieri e gli infermieri pediatrici. La formazione è centrata su tre moduli ciascuno composto da video e presentazioni collegati a casi di pratica e questionari Ecm.

 

Il corso non ha sponsor e rientra nel piano di formazione indipendente del Provider Zadig. Responsabile scientifico è il presidente dell’Opi di Perugia, Palmiro Riganelli.

 

La simulazione consente di sostituire e amplificare le esperienze reali con esperienze che evocano o replicano aspetti sostanziali del mondo reale in una maniera completamente interattiva. Dunque, la tecnica della simulazione rappresenta e rappresenterà sempre di più in prospettiva, con l’evoluzione delle tecnologie disponibili, uno strumento fondamentale sia per la formazione dell’operatore sanitario sia per la sicurezza del paziente e dell’operatore sanitario.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/08/21/simulazione-infermieristica-fad-online/

 

“Con l’abolizione del Superticket il Servizio sanitario pubblico ritorna ad essere ‘la prima scelta’ per i cittadini. Per troppi anni molte prestazioni, soprattutto quelle a più basso costo, erano più convenienti da effettuare in privato. Un’assurdità della quale tutti i cittadini si rendono conto e che ha minato il loro rapporto di fiducia con il Ssn, svuotando le casse di quest’ultimo. Ora finalmente si cambia musica”.

 

Lo afferma il portavoce Fnopi Tonino Aceti, che commenta così l’abolizione del Superticket da dieci euro che dal primo settembre sparirà dall’elenco dei balzelli sanitari per i cittadini.

 

Stando ai dati della Corte dei Conti, nel 2019 il nostro paese ha pagato oltre 2,9 miliardi di euro di ticket: oltre un miliardo e mezzo sulla farmaceutica e più di 1,3mld su prestazioni sanitarie (specialistica, pronto soccorso e altre prestazioni sanitarie).

 

Per Aceti l’abolizione del Superticket “deve essere affiancato da ulteriori misure volte a sostenere i redditi familiari che stanno già facendo i conti con gli effetti negativi dell’emergenza coronavirus sull’economia del Paese”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/08/31/aceti-superticket-abolito/

FAQ: Domande frequenti