In attesa dell’istituzione dell’infermiere di famiglia, non mancano le sperimentazioni che consentiranno di testare una situazione molto simile a quella che si vuole raggiungere. Grazie ad un accordo firmato nelle settimane scorse tra Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, e Angelo Tanese, Direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Roma 1, nella Asl della capitale (e in futuro nelle diocesi di alba in Piemonte e di Tricarico in Calabria) nascerà “l’infermiere di parrocchia”.
Ma come funzionerà questa novità? Dopo aver raccolto richieste e bisogni, un referente di pastorale della salute della diocesi condividerà infatti i dati con il professionista della salute, che si incaricherà di attivare procedure e servizi utili al soddisfacimento delle richieste. In questo modo si accorceranno le distanze tra quanti non riescono a intercettare i servizi messi a disposizione dello Stato.
“Il progetto si propone di ascoltare, informare e orientare le persone all’interno della rete dei servizi socio-sanitari territoriali delle aziende sanitarie locali – si legge nel testo dell’accordo – facilitare i percorsi di accesso alle cure o all’assistenza, interfacciandosi con i distretti sanitari e i vari servizi territoriali di prossimità; intercettare gli ‘irraggiunti’ e favorirne il contatto con la rete; favorire azioni di promozione della salute e del benessere della comunità”.
Per approfondimenti:
https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=76228