OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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Al personale sanitario impegnato sul fronte Covid andrà un bonus premio di importo non superiore a duemila euro. La misura sarà rivolta a medici, infermieri e tutto il personale sanitario impiegato nelle terapie intensive, commisurato al servizio effettivamente prestato nel corso dello stato di emergenza Covid. Lo prevede un emendamento bipartisan al Decreto Rilancio, approvato dalla commissione Bilancio della Camera.

 

Il bonus è da ritenersi al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali e degli oneri fiscali a carico del dipendente.

 

Per approfondimenti: https://www.huffingtonpost.it/entry/bonus-fino-a-2000-euro-per-medici-e-infermieri-impegnati-contro-covid_it_5ef8cba3c5b6acab28432434

 

Oltre tre milioni di euro sono stati finora raccolti dalla Fnopi attraverso la piattaforma www.noicongliinfermieri.org e, dopo le dovute verifiche di congruità delle tante domande pervenute, i fondi sono già a disposizione degli infermieri colpiti dal virus e ora in riabilitazione, ma anche di quelli in quarantena lontano da casa e delle famiglie dei deceduti a causa del virus.

 

I professionisti hanno inoltrato le domande di aiuto economico alla Federazione sono circa trecento. Per questo è necessario incrementare ancora la raccolta durante tutto l’arco dell’anno perché i fondi raccolti sono impiegati per far fronte a diverse esigenze. Per questo a sostegno della raccolta sui social network è partita una nuova campagna #NonChiamateciEroi: siamo professionisti e siamo persone che ora hanno bisogno di tutti voi.

 

Per accedere alla campagna e donare è attiva la piattaforma www.noicongliinfermieri.org dove sono previste tutte le principali forme di pagamento. In alternativa, si può donare utilizzando l’Iban IT91P0326803204052894671510(Banca Sella) intestato a Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche usando come causale: Fondo di solidarietà “Noi con gli infermieri”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/06/22/non-chiamateci-eroi/

 

I nuovi infermieri di famiglia e comunità previsti nel Decreto Rilancio dovranno avere un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici distrettuali. “Per noi è un punto di forza essenziale prevedere che l’infermiere di famiglia partecipi all’attuazione dei piani di assistenza territoriale per l’identificazione e la gestione dei contatti, l’organizzazione dell’attività di sorveglianza attiva e ricopra un ruolo di responsabilità nell’ambito dei processi infermieristici a livello distrettuale”, commenta la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.

 

“È un’esigenza – aggiunge – legata alla necessità di garantire il potenziamento della presa in carico sul territorio e a domicilio dei soggetti affetti da Coronavirus, ma più in generale anche e in modo stabile delle persone che versano in condizione di fragilità”.

 

“Ci auguriamo che Parlamento e Governo ascoltino le Regioni che sul territorio sono i veri gestori e organizzatori del sistema sanitario riguardo alla centralità dei servizi infermieristici e dell’infermiere di famiglia e di comunità all’interno del distretto”.

 

Per Mangiacavalli “bene anche le assunzioni a partire dal 2021, che devono essere a tempo indeterminato per il rafforzamento e il rilancio del servizio sanitario pubblico e per andare incontro ai veri bisogni dei cittadini”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/06/27/decreto-rilancio-infermiere-famiglia-commissione-salute-distretto/

 

 

Proprio quando l’Italia ha dovuto affrontare la pandemia da Coronavirus mettendo in campo il sistema salute, non ha potuto contare sulle risorse necessarie perché negli anni i tagli sono stati pesanti e penalizzanti. Lo afferma il “Rapporto Osservasalute” curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, secondo cui dal 2010 al 2018 la spesa sanitaria pubblica è aumentata solo dello 0,2 per cento medio annuo, molto meno dell’incremento del Pil che è stato dell’1,2 e il numero di posti letto è diminuito di circa 33 mila unità.

 

Nel 2017 son diminuiti anche dell’1,7 per cento anche gli infermieri che passano da 269.151 nel 2014 a 264.703 nel 2017, con riduzioni più marcate in Abruzzo, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Molise.

 

“La crisi drammatica determinata da Covid-19 ha improvvisamente messo a nudo fino in fondo la debolezza del nostro sistema sanitario e la poca lungimiranza della politica nel voler trattare il SSN come un’entità essenzialmente economica alla ricerca dell’efficienza e dei risparmi”,afferma il Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica.

 

“L’esperienza vissuta ha dimostrato che il decentramento della sanità, oltre a mettere a rischio l’uguaglianza dei cittadini rispetto alla salute, non si è dimostrato efficace nel fronteggiare la pandemia. Le Regioni non hanno avuto le stesse performance, di conseguenza i cittadini non hanno potuto avere le stesse garanzie di cura. Il livello territoriale dell’assistenza si è rivelato in molti casi inefficace, le strategie per il monitoraggio della crisi e dei contagi particolarmente disomogenee, spesso imprecise e tardive nel comunicare le informazioni”, rilevail direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane Alessandro Solipaca.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/06/26/ucsc-osservasalute-covid-carenza-infermieri/