OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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Contro la violenza sugli operatori sanitari nascerà presto un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. È tra le novità contenute dal disegno di legge n. 867, “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, approvato lo scorso 25 settembre dal Senato e che ora passerà all’esame della Camera per l’approvazione definitiva.

 

“L’approvazione del provvedimento con una corsia preferenziale rispetto al normale iter che lo aveva tenuto in stand by per oltre un anno, rappresenta per i professionisti della salute motivo di soddisfazione e soprattutto orgoglio per l’introduzione nell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, degli Ordini professionali, una richiesta di modifica al testo avanzata ed accolta grazie anche al lavoro della Fnopi” spiega la presidente Barbara Mangiacavalli.

 

Mangiacavalli in proposito ricorda il decalogo di necessità presentato dalla Federazione, considerando anche che l’89,5 per cento degli infermieri è stato ed è oggetto di violenze fisiche o verbali.

 

  1. Tolleranza zero verso la violenza nelle strutture sanitarie, con inasprimento delle pene perché chi la compie sappia (quindi massima informazione) di stare perpetrando un reato severamente punibile.

 

  1. Regolamentare l’uso dei social nei luoghi di lavoro e rispetto all’attività professionale per evitare commenti, furti di identità e proposte inappropriate (ne sono vittima circa il 12% dei professionisti coinvolti che nel caso degli infermieri sono per il 77% donne).

 

  1. Snellire le attese stressanti in pronto soccorso con meccanismi di smistamento alternativi (es. see&treat) per ridurre la tensione e la reattività dei pazienti.

 

  1. Stabilire pene più severe per chi aggredisca verbalmente e fisicamente un professionista sanitario donna sul luogo di lavoro, prevedendo l’aggravante del pericolo che nell’azione possono correre gli assistiti.

 

  1. Maggiore formazione del personale nel riconoscere, identificare e controllare i comportamenti ostili e aggressivi prevedendo anche appositi corsi Ecm (come il corso CARE, presentato assieme alla Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri).

 

  1. Aumentare l’informazione e la formazione perché siano denunciate da tutti e in modo chiaro le azioni di ricatto e le persecuzioni nell’ambiente di lavoro rispetto alla posizione e ai compiti svolti.

 

  1. Predisporre un team addestrato a gestire situazioni critiche e in continuo contatto con le forze dell’ordine soprattutto (ma non solo) nelle ore notturne nelle accettazioni e in emergenza.

 

  1. Predisporre un team addestrato a gestire situazioni critiche e in continuo contatto con le forze dell’ordine e sensibilizzare i datori di lavoro a non “lasciar fare”, ma a rifiutare la violenza anche prevedendo sanzioni.

 

  1. Stabilire procedure per rendere sicura l’assistenza domiciliare prevedendo anche la presenza di un accompagnatore o la comunicazione a un secondo operatore dei movimenti per una facile localizzazione.

 

  1. Evitare per quanto possibile che i professionisti sanitari effettuino interventi domiciliari da soli, ma fare in modo che con loro sia presente almeno un collega o un operatore della sicurezza.

 

Per approfondimenti:

http://www.fnopi.it/attualita/ddl-violenza-sugli-operatori-sanitari-con-l-approvazione-al-senato-cambio-di-passo-concreto-per-la-sicurezza-id2741.htm

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