OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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La Fnopi ha chiesto alla Conferenza delle Regioni di sospendere l’eventualità che a eseguire i tamponi per verificare la positività al Coronavirus possano essere anche gli Oss, così come ipotizzato da un documento sottoposto all’approvazione dei presidenti delle Regioni. La carenza ormai evidente di personale infatti, non può e non deve mettere a rischio la salute degli assistiti e non può e non deve generare nuovi contenziosi legali nei confronti degli operatori sanitari.

 

Per Fnopi l’operatore sociosanitario è sicuramente essenziale nell’assistenza ai pazienti, ma per definizione e per legge è una figura di supporto che appartiene non al ruolo sanitario, ma al ruolo tecnico, non laureata, per ora senza albo e senza obbligo di codice deontologico.

 

Il rischio è che eventuali danni fisici provocati ai pazienti, oltre alla gravità del fatto in sé, non trattandosi di personale sanitario e quindi non rientrando nemmeno nell’alveo della legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria, potrebbero creare nuove situazioni di contenzioso e potrebbero mettere in seria difficoltà chi ne è responsabile e gli stessi operatori per i quali, non avendo assicurazione obbligatoria né essendo autorizzati a interventi di questo tipo sui pazienti, potrebbero configurarsi situazioni gravi sia dal punto di vista penalistico che civilistico.

 

“Abbiamo chiesto per questo e a tutela della nostra professione, ma anche delle altre coinvolte e di quella degli Oss – spiega la Fnopi – di evitare di aprire un ulteriore fronte sul versante anche dei rischi per i pazienti nell’ambito della pandemia”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/11/05/tamponi-oss-appello-regioni/

Ordine e sindacati uniti sugli obiettivi comuni alla professione. È quanto è emerso dall’incontro tra i rappresentanti della Fnopi e quelli dei sindacati Fials, Nursing Up e Nursind. Nell’incontro si è approfondito il tema del grande riconoscimento che è stato accordato dai cittadini e dalle istituzioni agli infermieri nella prima ondata pandemica per quello che sono riusciti a garantire ben al di là dell’obbligo contrattuale, a cui però non è seguito un conseguente riconoscimento con atti concreti e nemmeno con progetti da porre in essere.

 

La competenza e la responsabilità peculiari che il sistema sanitario richiede agli infermieri devono trovare infatti un adeguato riconoscimento sul piano giuridico ed economico.

 

In questa seconda ondata, che appare ancora più pesante della prima, il sistema ha bisogno ancora della competenza, responsabilità degli infermieri: quali strumenti possiamo attivare per avere garanzia di un riconoscimento concreto? Su questo si sono formulate differenti ipotesi e si è attivato un virtuoso confronto che continuerà nei prossimi giorni.

 

Altro tema approfondito è quello della carenza di infermieri e di una programmazione realizzata con criteri in grado di non cogliere le vere esigenze dei cittadini. Anche su questo si è concordato che si deve cambiare pagina.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/11/07/fnopi-sindacati-sinergie/

Il Coronavirus sta bloccando l’ammissione ai corsi di laurea magistrale alle professioni sanitarie, posticipando l’avvio a marzo dell’anno accademico 2020/2021. Per la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli “visto ciò che gli infermieri stanno facendo e quello che è loro richiesto, è indispensabile avere certezza dell’attivazione test nei primi mesi del 2021 perché non venga perso un anno accademico”.

 

“Prendiamo atti della situazione che la pandemia ha creato ma non può risolversi tutto con un rinvio a marzo, sempre che basti” prosegue. “In questo senso abbiamo richiesto al ministro Manfredi garanzie della non perdita dell’anno accademico attivando le modalità opportune, modificando il decreto del 28 ottobre scorso in cui si prevede che la prova fissata originariamente per il 30 ottobre relativa alle lauree magistrali sia sospesa e rimandata a data da destinarsi entro marzo 2021”.

 

“E’ un atto importante e una decisione necessaria – aggiunge Mangiacavalli – perché se è vero che le nuove disposizioni sono state adottate per fronteggiare una seconda ondata di contagi, tuttavia è vero anche che il personale sanitario combatte la lotta al Covid-19 da febbraio 2020, dando ogni giorno prova della propria professionalità, per dovere e per passione, in prima linea nell’emergenza sanitaria. Le difficoltà a cui ogni professionista sanitario è stato sottoposto e che oggi si trova a dover affrontare nuovamente sono innumerevoli e le condizioni di lavoro ai limiti del possibile”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/11/03/formazione-magistrale-esami-ammissione/

In Italia ogni anno circa il 5-8 per cento dei pazienti che si recano in ospedale o nei centri diagnostici contrae delle Ica (infezioni correlate all’assistenza). Si tratta di 450-700 mila casi. Il problema è dovuto in gran parte alla mancanza di informazioni sulla prevenzione. Per questo motivo Amici Onlus, associazione che riunisce le persone affette da Mici, cioè malattie infiammatorie croniche dell’intestino, ha deciso di promuovere la campagna #alleamici, sostenuta anche dalla Fnopi.

 

Nostro paese un paziente su 15 contrae un’infezione durante un ricovero ospedaliero, uno su 100, invece, la contrae nell’assistenza domiciliare. In Italia i decessi causati da Ica si stimano in circa diecimila all’anno. Per la stessa causa, in Europa si contano circa 37 mila decessi all’anno, mentre sono 110 mila i decessi per cui le Ica sono una concausa di morte.

 

“Un paziente su quattro non ha ricevuto alcuna informazione sulla prevenzione delle Ica prima del ricovero in ospedale o dell’esame diagnostico, mentre sei su dieci non risultano a conoscenza delle procedure di sicurezza per evitare contaminazioni” spiega la presidente di Amici Onlus, Enrica Previtali. “La nostra campagna si rivolge quindi a tutti i malati Mici, che sono prevalentemente immunodepressi e quindi a forte rischio ma, alla luce della pandemia per Covid-19, anche a tutta la popolazione italiana fragile per età o perché soffre di altre patologie”.

 

La campagna prevede, tra le principali attività, lo sviluppo di materiali informativi per i pazienti, migliaia di opuscoli e locandine distribuite nei maggiori centri ospedalieri, la realizzazione della ricerca con il coinvolgimento dei medici, infermieri e dirigenti ospedalieri.

 

Secondo il portavoce Fnopi Tonino Aceti, “gli infermieri possono rappresentare la chiave di volta per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, ma c’è bisogno che il livello di attenzione e di investimento pubblico su questa professione sia caratterizzato da un immediato cambio di passo. Anche il Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025, che dedica attenzione al tema della Ica, richiama l’importanza della professione infermieristica nella strategia di prevenzione”.

 

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/11/11/amici-ica-campagna/